Il mio perché di un blog di viaggi
Ho creato questo blog di viaggi nel 2012, inizialmente per gioco e senza alcuna aspirazione col solo fine di raccontare ad amici e parenti le esperienze universitarie all’estero. Per i primi mesi, addirittura, non pubblicizzavo i miei articoli perché mi vergognavo che qualche estraneo potesse leggere le mie parole.
Dopo aver preso un po’ più di confidenza con il web, ho deciso di buttarmi nella mischia dei (tanti, lo so) travel blog. Esistono alcuni che grazie a un po’ di fortuna, aiuti, o perché sono nati prima di altri, sono riusciti ad avere un successo incredibile ed un ottimo riscontro da parte dei lettori al punto che i loro creatori ne hanno fatto un lavoro a tempo pieno.
Per tanto tempo ho letto i blog altrui e i loro mille consigli e pareri (fondamentalmente tutti uguali) su come essere un bravo blogger, come avere un travel blog di successo, eccetera eccetera con tanto di corsi e academy (questo va di moda!) dove dicono tutto e niente.
Dentro di me pensavo “Caspita, ma io metto già in atto tutto ciò” eppure i risultati stratosferici di cui parlano non li ho mai visti, neanche a distanza di tempo. Forse pubblico poco? Boh, forse, ma anche quando il blog andava bene io sti numeri a 6 cifre non li ho mai visti.
Forse creo poco network con gli altri blogger? Forse, ma trovo anche altrettanto irritante trovarmi la bacheca con commenti di blogger che neanche conosco che mettono due frasi in croce e ti chiedono di seguirli: puro spam.
Ebbene, io non voglio essere una di questi nei confronti degli altri, come non voglio lasciare commenti a caso nei blog con la sola speranza di riceverne uno sul mio; quando scrivo un commento è perché l’articolo l’ho letto davvero, mi è piaciuto e ho qualcosa da dire, altrimenti non perdo il mio tempo. Quando un articolo merita, lo condivido sui social di mia spontanea volontà e sono sicura che è molto più gratificante per chi lo ha scritto.

Ogni tanto mi è passato per la testa “mollare tutto e vivere viaggiando” ma poi sono tornata coi piedi per terra e ho pensato “ma mollare cosa? ndocazzo vado?”. Certo, il mio sogno è viaggiare ma ci sono mille modi per farlo e credimi: puoi farlo anche tu anche se non sei un nomade digitale che vanta di lavorare da una spiaggia da Bali (se ci riesci con tutto quel casino, beato te!).
A pochi giorni dalla discussione di tesi della mia laurea magistrale nel lontano 2014, è arrivata la notizia che ho passato la selezione per lavorare nell’ufficio escursioni di una famosa compagnia di crociera. Dopo la fine del mio primo contratto a bordo mi ritrovo a riflettere sulle sorti del mio blog: continuare a scrivere?
Mentre ero a bordo è stato davvero difficile portare avanti il sito perché non avevo il tempo e lo spirito giusto da dedicare. Di conseguenza ho perso lettori, visite e tutte le occasioni per conoscere blogger ad eventi, conferenze, blog tour ecc.
Durante una notte insonne ho letto il post di una famosa blogger inglese che, diversamente da altri, spiega cosa è per lei un blog di successo e le sue parole hanno riconfermato ciò che già pensassi e mi hanno rincuorato.
Non aspiro ad essere una delle tante blogger che si affannano alla ricerca di viaggi gratis, collaborazioni di ogni genere, che elemosina a destra e a sinistra, che è costretta a scrivere di luoghi che non le interessano, o peggio, che non può essere trasparente e dire cosa veramente pensa perché devo rendere conto a qualcuno. Non voglio essere costretta a cercare collaboratori di ogni tipo perché ormai il blog personale è diventato una specie di vetrina. No!
Sentirsi appagata col proprio blog significa, per me, incuriosire con le mie esperienze di viaggio e di vita (il mio ha seguito ogni fase della mia vita: dall’Erasmus, alla ricerca di esperienze internazionali, all’adattamento all’estero, viaggi per il mondo, essere vegetariana e la vita di bordo) e sono felice di essere l’unica, o una delle poche, a trattare determinati argomenti.
Quando pubblico sono libera di scrivere su quello che mi pare e piace: non dover rendere conto a nessuno è fantastico. Questo sito è il mio piccolo mondo virtuale e trovo ancora la voglia di farlo con passione perché non è un “obbligo”.
Molti viaggiatori e turisti scrivono su un blog di viaggi, almeno inizialmente, per raccontare le proprie esperienze di viaggio, poi con il successo diventano schiavi del sito che smette di essere un piacere. Spesso cerco opinioni sincere e non sponsorizzate: a volte è difficile distinguerlo. Alcuni raccontano solo di blog tour (che diavolo, ma un viaggio da solo riesci a farlo ora?) o hanno siti pieni di pubblicità, sponsor e arroganza…

Ho un lavoro al di fuori del blog e anche se questo non arriverà mai a numeri spaziali, i pochi e affettuosi lettori che ho mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni. In questo modo posso continuare a viaggiare e a scrivere per il puro piacere di farlo.
Ho partecipato a qualche blog tour perché la destinazione davvero mi incuriosiva e sono sempre disponibile a collaborazioni purché siano affini ai miei interessi. Le iniziative alle quali ho partecipato sono sempre state belle esperienze e un’occasione per visitare posti che altrimenti non avrei mai visto.
Perché ho creato Viaggiovagando? Perché una volta ho scritto un guest post per un sito di viaggi su un argomento specifico concordato inizialmente che poi è stato respinto per X motivi che dopo anni ancora non ho capito. Ah si? Allora apro il mio spazio così sono libera di parlare di quello che mi piace di più e per avere il ricordo dei viaggi che ho fatto.
Da quando ho un blog, osservo i luoghi con un occhio più attento, scatto più foto e mi piace l’idea di poter raccontare a qualcuno cosa ho imparato, vissuto o semplicemente visitato.
Sarei ipocrita se negassi il fatto che curo il blog anche per creare opportunità, ma ciò non vuol dire svendersi o snaturare il proprio sito. Il blog rimarrà sempre la mia finestra sul mondo e un luogo dove racconto il mio percorso di vita e, di certo, non diventerà mai una specie di portale-piattaforma-guru-rivista-oddio-che-diavolo-di-commercialata sul web.
Hey blogger, se ci sei batti un colpo e dimmi la tua!
Se sei un lettore e hai appena fatto una standing ovation per quanto letto, mandami un messaggio 😀
Martina
Brava! Prima di tutto bisogna scrivere per se’ stessi 😉
Annalisa
ma sì se no si perde la voglia di scrivere, credimi…
Fabio
La penso proprio come te. Il blog è il mio diario, dove condivido le mie esperienze personali in piena libertà. Altrimenti non ha più senso.
Fabio
Annalisa
Infatti. Prima di avere un blog avevo pensato di collaborare con un sito di viaggi mandando un articolo su Lisbona. Non si capisce perché non è piaciuto. Ci sono rimasta male e… ah si? mi apro uno spazio mio. Da quel momento ho davvero pubblicato tutto ciò che mi passasse per la testa 🙂
Miss Fletcher
Brava! Io credo che sia giusto così, scrivere perché ti piace, perché ti fa piacere portare i tuoi lettori nei tuoi posti, per mostrare i luoghi che ami.
E penso che la passione vera emerga sempre nelle parole e nei racconti di chi la vive.
Buon viaggio allora, nella vita vera e sulle pagine del tuo blog!
Annalisa
Grazie mille Miss Fletcher!
Le avventure non finiscono mai e presto ci saranno nuovi posti da raccontare. Mi fa davvero piacere il tuo commento, soprattutto perché ti leggo sempre e ti apprezzo molto. Ancora grazie mille 🙂
La Folle
Leggo questo post in un momento di crisi, e ti ringrazio per le tue parole. La penso esattamente come te. Il mio blog è nato per condividere i miei pensieri, per ricordare i miei viaggi e conservarli tutti insieme, dando anche una mano a chi cerca informazioni sincere sui posti che ho visto, ma il confronto con i blog “seri” a volte è pesante. Ti rendi conto che i tuoi numeri sono bassi, che non fai “abbastanza”, partecipi ad un contest e capisci che non vincerai mai perchè non sei professionale nè una social addicted, ti dicono addirittura che non puoi considerarti un travel blogger se non ci lavori e questa è la cosa che più mi fa irritare. Un blog è sempre stato una sorta di diario personale su Internet, è diventato un sito professionale solo negli ultimi anni e quando ho aperto il mio l’obiettivo era creare un blog normale che parlasse di viaggi, non l’ho aperto conoscendo a memoria le regole SEO, comprando una reflex e un dominio e vivendo sui social. Io ho già un lavoro che mi soddisfa, perchè devo sentirmi inferiore a chi ha un blog ma scrive per guadagnare?
Annalisa
Non hai idea di come mi facciano piacere le tua parole, soprattutto l’ultima domanda che ti sei posta. Meno male che qualcuno la pensa come me… grazie del tuo commento!
Ilaria Possenti
Anna confesso che mi manca leggere i tuoi articoli quando sei a bordo ma so che hai poco tempo libero e ovviamente lo sfrutti per riposare ma preferisco leggere un articolo vero, che scrivi quando hai tempo e che durante la lettura ti stimola la voglia di visitare quei posti, anche se in alcuni casi sono solo accennati.
Continua, non mollare, è una tua creatura questo blog, una piccola parte di te e non merita di essere messo da parte!
Sarebbe bellissimo vivere facendo il travel blogger, però poi credo che in alcuni casi si perda il piacere perchè bisogna per forza vedere, fotografare e scrivere senza potersi godere il momento, che è uno dei motivi principali per cui si viaggia a mio parere.
A presto!
ila
Annalisa
Sei un tesoro! grazie mille per le belle parole… piano piano continuerò a portare avanti il mio piccolo blog.
Le parole di incoraggiamento che ricevo da tutti voi sono davvero quello che mi serve per non perdere l’entusiasmo! 😀
Grazie 😀
(e presto ti arriverà la cartolina 😛 )
Sara
Ciao Annalisa, leggo questo post e penso finalmente!! Anch’io trovo bellissimo scrivere delle mie esperienze personali per il semplice piacere di farlo, rifiuto affiliazioni e collaborazioni che non condivido solo per qualche € o visitatore in più, e credo in una certa etica troppe volte millantata da molti ma mai perseguita realmente! Leggo molto ma commento poco proprio perché come te mi chiedo perché dire che mi piace qualcosa che in realtà non mi ha lasciato nessuna emozione. Trovo tantissimi post in giro che francamente trovo inutili, non scritti con il cuore ma con ben altre logiche. Sono felice di sentire una voce fuori dal coro e che non sono l’unica ad amare il piccolo mondo virtuale anche se non sarà mai un “big” dei travel blog 🙂
Sara
La Ines Menteviaggi
ciao, io ho aperto il mio blog qualche mese prima di emigrare in nuova zelanda. mi è sempre piaciuto scrivere e ho colto l’occasione per raccontare l’esperienza che stavo per intraprendere. partendo dal blog sono arrivata a qualcosa di più grosso, la collaborazione con il portale delle donne che emigrano all’estero, con le quali da poco abbiamo anche pubblicato un ebook con le nostre storie. è un progetto molto bello, aiutiamo nel nostro piccolo chi vuole espatriare e ci sosteniamo l’una con l’altra quando affrontiamo i problemi da expat. buona fortuna col tuo blog 🙂
robisceri
Bella “mission” 🙂 Mi piace che tu scriva per sentirti libera. La stessa cosa capita a me!
Annalisa
Grazie! Cercherò di continuare così 🙂