Cosa non deve mancare in un blog di viaggio

Leggo molti blog di viaggio e mi piace alternare quelli che forniscono informazioni pratiche a quelli che includono racconti estremamente personali. Ho riflettuto sulla tipologia di articoli che scrivo e mi sono resa conto che, ultimamente, ho preferito dare meri consigli sulle destinazioni omettendo la parte più emotiva convincendomi che il classico diario di viaggio non interessasse a nessuno.
Tuttavia, leggendo una famosa blogger canadese, mi sono resa conto che cerco spesso articoli più personali, nel quali mi possa riconoscere e che mi facciano battere il cuore. Quante volte viaggiare ci porta a conoscere persone o vivere episodi particolari? Mi piace leggere anche questo e non solo dei 10 migliori bar dove fare un aperitivo. Lo trovo decisamente sterile e un blog si chiama, appunto, “blog” per un motivo e non “testata giornalistica” o Lonely Planet. La componente emotiva è ciò che li distingue.

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Ciò non significa che da oggi in poi scriverò pallosissimi resoconti epici sulle mie avventure in viaggio, ma credo che si possa tranquillamente creare un giusto equilibrio tra emozioni-aneddoti e informazioni pratiche.
Vi ricordate circa vent’anni fa quando i blog erano dei semplici diari personali e ci si nascondeva dietro a nickname ridicoli? Si scriveva proprio come si faceva un tempo sul vecchio diario segreto protetto dal lucchetto. Che nostalgia di quei tempi, però. A volte penso che si era tutti un po’ più spensierati e meno ossessionati dal dover per forza apparire e piacere a chiunque, come ora accade quotidianamente sui social.
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Al giorno d’oggi, se scrivo un articolo devo farmi mille problemi sulla ricerca di keyword, posizionamento su Google, sulla performace, sul tipo di immagine che creo intorno al mio brand e bla bla bla. Basta. Dai, non esiste solo questo, specie quando si parla di viaggi che sono un concentrato unico di sogni, emozioni, ricordi e (dis)avventure.
Recentemente ho trovato vecchi diari di viaggio che avevo dimenticato impilati in ordine di altezza su una mensola. Ho iniziato a sfogliarli e… ragazzi, è stato fare un tuffo nel passato. Non ricordavo così tanti dettagli. Ho appuntato mille curiosità raccontate dalle varie guide locali e abbozzato le prime impressioni nel vedere un luogo nuovo; ho scritto, soprattutto, i miei stati d’animo connessi a momenti particolari come gli anni trascorsi a bordo o relativi alle persone incontrate lungo il mio cammino. A tratti è stato quasi triste leggere alcune dinamiche, specie perché so come sono andate a finire.
Viaggiare è anche questo. Sono le persone e le storie che arricchiscono un viaggio e non solo i consigli spassionati delle migliori escursioni o ristoranti. Voi cosa ne pensate? Siete dell’idea che a volte serva anche questa tipologia di post?
Si parla sempre di creare un personal brand, di pubblicare foto dove compariamo (e non solo paesaggi, ad esempio) e di rivelarsi al pubblico per essere credibili e quindi creare una community o seguito di follower che leggono il tuo blog per la tua autorevolezza, conoscenza sull’argomento e personalità.
Vero, da anni seguo determinate blogger per il loro modo di scrivere e per il loro carattere. Ma quando si analizza il blog da un punto di vista di marketing, tutti questi discorsi assumono un tono veramente freddo, meccanico e calcolatore.
Non mi piace.

Se qualcuno mi segue non lo considero come “un follower che ama il mio brand” ma come un lettore che si rispecchia o apprezza il modo in cui parlo, vivo, viaggio e interagisco. Probabilmente è incuriosito da alcuni aspetti della mia vita, è attirato dal modo in cui descrivo situazioni e luoghi o semplicemente deve andare in una determinata destinazione e ha trovato utili i miei consigli di viaggio.
Non significa che al giorno d’oggi possa permettermi di ignorare il signor Google, ma sicuramente non sarà l’unico aspetto che considererò. Voglio scrivere anche per raccontare storie, così come facevo prima.
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Ammetto che a volte mi vergogno un po’ perché non è mai facile esporsi e sapere che una volta cliccato su “Pubblica” la tua storia è agli occhi del mondo intero. Allo stesso tempo, le soddisfazioni avute grazie a questo blog sono impagabili. Ho ispirato molte persone a viaggiare e a scoprire posti nuovi e ho aiutato tanti ragazzi rispondendo alle loro domande sulla vita di bordo, riuscendo a conoscerne alcuni di persona a volte in circostanze davvero casuali.

Mi sono anche resa conto che mantenere vivi i ricordi attraverso foto e scrittura sia ugualmente importante. Come ogni cosa, anche i ricordi più importanti sbiadiscono col tempo e si perdono i dettagli strada facendo. Scrivere è bello anche per questo, soprattutto quando si parla di esperienze che si rileggono a distanza di tempo.
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Ci si rende conto di come la vita abbia preso strade impensabili e inaspettate. Leggendo i miei diari di viaggio ho rivissuto dubbi e speranze di anni fa non immaginando come sarebbe andata in determinati modi o come anche un singolo viaggio o esperienza di vita cambiassero così tanto il mio percorso. A volte sembra di essere dentro a un film dove c’è sempre quel famoso stramaledetto bivio. Beh, viaggiare è anche questo.
Voglio conoscere il vostro punto di vista sull’argomento. Scrivetemi una e-mail o lasciatemi un commento qui sotto. Ci tengo sul serio.
Silvia - The Food Traveler
Come hai detto tu, secondo me ci va un giusto equilibrio. Personalmente faccio sempre fatica a leggere un articolo sulle “10 cose da fare a xyz”, soprattutto se è appunto un semplice elenco di dati e di storia. Insomma, quelle cose le posso trovare su Wikipedia. Quello che mi piace è un mix delle cose, per esempio mi piace molto quando un articolo mi consiglia di vedere alcuni posti a xyz raccontando perché per quel blogger sono speciali. Poi per carità, ci stanno anche i post informativi, ma quelli che leggo più volentieri sono quelli che ci mettono dentro anche delle emozioni ?
Annalisa
Grazie mille Silvia, sai è un discorso delicato perché molti possono obiettare che i post personali sono per un blog che vuole essere esclusivamente un hobby. Ma come dici tu, per avere informazioni generali c’è Wikipédia. È importante avere una risposta da parte dei lettori e sono felicissima di aver avuto il tuo feedback. ♥️
Eleonora Ongaro
Ciao Annalisa, mi sono rispecchiata molto nel tuo post, come ben avrai immaginato.
Ciò che io amo in un blog è l’umanità e l’umiltà. Sono le persone che scrivono senza sentirsi superiori di altre, che amo. Quelle che restano sempre umane, alle quali capita di trovarsi davanti a bivi, o di innamorarsi follemente di un luogo, tanto da non riuscire più a parlare di altro. Sì, il signor Google non si può ignorare, ma io, da lettrice, torno su blog che mi hanno colpito per cercare consigli o cose da vedere a…
Credo che non esista il modo giusto o sbagliato. Ma solo il tuo modo di scrivere di viaggi. Il tuo modo di emozionarti e far emozionare.
A presto!
Eleonora
Annalisa
A volte penso che ci si perda un po’ per strada e si dimentichi perché effettivamente abbiamo deciso di aprire un blog. Fortunatamente vedo che non sono l’unica e come ben sai, già ti ho ringraziata per farmi sentire meno sola. Piacere (davvero!) di averti conosciuta 🙂
Eleonora Ongaro
Piacere mio cara! ?
Lucia
Ciao Eleonora! Sono d’accordissimo con te. A me piace sempre definirmi una “travel storyteller” perché attraverso le mie esperienze provo a dare consigli utili alle persone cercando di lasciare un segno in ognuno di loro. Scrivo anche per varie testate di viaggi, e quando si tratta di giornalismo è ovvio che si scrive in modo impersonale e quanto più oggettivo possibile. Però per quanto riguarda i blog, non dovrebbero diventare delle marche ma bensì dei “luoghi virtuali” in cui trovare storie vere e viaggiare con la mente! ? Un abbraccio!
Simone
Complimeti per il Vs articolo sono appassionato di viaggi sempre alla ricerca di ci digli utili per viaggiare se posso vi lascio un sito dove potete trovare proposte utili
Per i Vs viaggi http://www.lussoesclusivo.com
Spero di essere stato utile a qualcuno
Francesco
Prima di scrivere la mia impressione ti dico già che il tuo post mi ha emozionato. Alla fine poi mi rendo sempre più conto che sono sempre attirato da quei blog che hanno un anima e sono pieni di personalità. Detto questo spero che con il tempo possa migliorare il mio modo di scrivere sul mio blog così da far trasparire anche la mia parte emotiva. Non è facile ma so che attraverso la costanza e l’impegno tutto può cambiare. Ottimo post. Direi ispirazionale.
Annalisa
Ciao Francesco, ti ringrazio davvero tanto per il tuo commento. Sono proprio queste interazioni che mi fanno capire che allora c’è qualcuno dietro ad una tastiera. Mi dai coraggio a portare avanti il blog come dico io, senza dover per forza seguire la massa.
Ti auguro una buona serata e sono sicura che anche tu arriverai presto ai tuoi obiettivi.
Sara
Ciao Annalisa,
L’idea di un blog di viaggi mi frulla in testa da un po’; ho raccolto foto, memorie e continuo ancora oggi a collezionarne!
Proprio stasera mi trovavo davanti a questo dilemma informazioni pratiche o memorie personali? Grazie perché in questo post ho trovato una risposta preziosa!
Annalisa
Ciao Sara, è davvero un piacere sapere che il mio articolo ti è stato utile. Per me è una soddisfazione immensa.
Antonio
Ciao Annalisa,
Quando ho cominciato a scrivere gli articoli del mio blog dedicato a viaggi, tennis e vacanze tennis – ed anche il mio libro di ricordi sull’Irlanda e sui miei viaggi dall’Irlanda verso diverse destinazioni del mondo, quando abitavo ancora a Dublino – una delle prime domande che mi sono venute in mente è proprio quella a cui tu hai provato a rispondere molto bene in questo tuo post. Trovare un modo di comunicare sensazioni ed emozioni sui viaggi in una maniera coinvolgente per chi legge mi è sempre sembrata l’impostazione migliore, perché altrimenti diventa noioso e “freddo” sia per chi legge che per chi scrive. Quello che sto provando a fare è utilizzare dati statistici, numeri ed indicazioni strettamente turistiche oggettive se sono funzionali allo storytelling ed alle emozioni e sensazioni che quel viaggio o quella destinazione del mondo possono ispirare. Non sempre è facile per gli articoli del blog, forse per i video invece è un risultato più immediato e semplice da raggiungere, anche se tecnicamente richiedono più impegno. Questo tuo post ha il grande merito di far riflettere su questo, quindi complimenti.
Annalisa
Grazie mille Antonio,
sono proprio contenta di vedere che non sono l’unica a pensarla così. Ogni tanto mi spaventa pensare “oddio cosa scrivo… e se non lo legge nessuno?”. Pensa che avevo scritto questo post proprio fregandomene dei numeri e a quanto pare è uno dei più letti ed apprezzati. Non lo avrei mai detto.
Antonio
Ciao Annalisa,
Ho letto con interesse questo tuo articolo e sono in sintonia con quello che hai scritto, per essere interessante un post di un blog di viaggi non deve necessariamente contenere consigli in stile guida turistica classica sulla destinazione di viaggio oppure essere scritto con in mente soltanto le esigenze di marketing.
Quando ho cominciato a scrivere gli articoli del mio blog dedicato a viaggi, tennis e vacanze tennis – ed anche il mio libro di ricordi sull’Irlanda e sui miei viaggi dall’Irlanda verso diverse destinazioni del mondo, quando abitavo ancora a Dublino – una delle prime domande che mi sono venute in mente è proprio quella a cui tu hai provato a rispondere molto bene in questo tuo post. Trovare un modo di comunicare sensazioni ed emozioni sui viaggi in una maniera coinvolgente per chi legge mi è sempre sembrata l’impostazione migliore, perché altrimenti diventa noioso e “freddo” sia per chi legge che per chi scrive. Quello che sto provando a fare è utilizzare dati numerici ed indicazioni strettamente turistiche oggettive se sono funzionali allo storytelling ed alle emozioni e sensazioni che quel viaggio o quella destinazione del mondo possono ispirare. Non sempre è facile per gli articoli del blog, forse per i video invece è un risultato più immediato e semplice da raggiungere, anche se tecnicamente richiedono più impegno. Questo tuo post ha il grande merito di far riflettere su questo, quindi complimenti.